Italicum. E Renzi già affonda l’Italia.
Non sono un fan dl PD, anzi ne ho grande
diffidenza al pari
di quasi tutte le altre forze politiche. Tuttavia l’anno scorso
avvertivo
grande curiosità per l’effetto Renzi, rottamatore all’interno di
una politica
da rottamare. Peccato che l’anno scorso il PD perse l’occasione di
lanciarlo
per aggrapparsi alla vecchia politica del buon Bersani, contando
su una
vittoria facile ferocemente disattesa.
Ora è forzatamente il turno di Renzi, che a mio
parere
arriva troppo tardi. E intanto personalmente sto vedendo
realizzarsi le cose
più negative che si potevano temere sul sindaco fiorentino.
Assenza di democrazia interna, berlusconiano
confronto
ammazza avversari con i propri interlocutori, modelli che non si
possono far
convivere in una sana sinistra democratica.
A farne le spese è l’interno del PD in preda a
forti
tensioni culminate con le dimissioni di Cuperlo.
A confermare questi timori ecco proporre
l’Italicum,
contrario a quasi tutte le mie convinzioni: liste bloccate (quindi
nessuna
preferenza esprimibile da un cittadino), fortissimo premio
maggioritario che
permetterebbe ai due “auspicati” contendenti di gestire in piena
autonomia il
Governo, sbarramento elevatissimo (la soglia minima è un 8%) che
azzera le
minoranze.
Si punta a un bipolarismo quasi perfetto, una
concezione all’inglese
che lascia poco spazio alle peculiarità del territorio e della
cultura italiana.
Può essere vero che ci sia una forte
atomizzazione dei
partiti, ma così si rischia di avere più cittadini
extraparlamentari rispetto a
quelli rappresentati in Parlamento.
Onestamente una simile riforma elettorale mi
terrorizza,
lasciandomi pensare che difficilmente molti italiani, come il
sottoscritto,
possano trovare interesse nell’andare alle urne sapendo che molto
probabilmente
il proprio voto sarà inutile.