sabato 8 giugno 2019

Striscioni a go go


Negli ultimi mesi è partita la gara allo striscione anti-Salvini e alla loro rimozione. Ormai quotidiani sono i casi in cui appaiono striscioni contro il segretario della Lega Matteo Salvini, durante suo perenne tour elettorale.
Striscioni di ogni tipo, a volte ironici, a volte diffamanti, esposti sui terrazzi, sui monumenti o sulle facciate dei palazzi.
La novità che emerge dalla lettura dei mass media è che frequentemente questi striscioni sono fatti rimuovere dalle forze dell'ordine.
Un fatto che sta facendo discutere polarizzando ulteriormente le posizioni pro e anti Salvini.
Credo sia necessario sottolineare che la rimozione di striscioni per motivi di decoro pubblico o sicurezza è prevista per legge. Del resto ogni striscione appeso lungo le strade dovrebbe avere un'autorizzazione da parte della autorità. Autorità che spesso sono inflessibili persino con chi affigge i cartelli dei matrimoni, o chi espone cartellonistica non autorizzata nelle piazze o fuori dagli esercizi commerciali.





Anche il Ministro Di Maio ha pubblicato su Facebook  lo striscione 
Il vero problema è se anziché per una ragione amministrativa la rimozione o la sanzione agli striscioni avviene esclusivamente per contenuti di taglio politico. In tal caso la questione assumerebbe gli raccapriccianti connotati di un grave atteggiamento autoritario da parte delle forze di polizia.

Tra le ultime situazioni di questo tipo vi è quella di uno striscione che la UIL avrebbe voluto esporre sul Pincio ma che la Digos ha invece obbligato a rimuovere.
Le versioni sono definitivamente di verse: la UIL ritiene che i motivi siano politici (Lo striscione ironizzava su Salvini e Di Maio), mentre la Questura dice che semplicemente il Pincio è un bene tutelato indipendentemente dai contenuti dello striscione.

Ebbene, la mia perplessità è che se le due versioni la UIL ha ottenuto il risultato di far vedere a tutta l'Italia uno striscione che per lo più avrebbe lasciato indifferenti i due ministri, ma che sarebbe passato per lo più inosservato anche dal grande pubblico.

Azione fascista o azione di marketing?


I dettagli sulla vicenda li trovate sul sito di ANSA.IT