martedì 2 ottobre 2018

Reddito di Cittadinanza: alcune riflessioni di un semplice cittadino.


Si sta parlando molto di Reddito di Cittadinanza. Molti ne parlano a sproposito, io probabilmente per primo non ho certo al pretesa di comprendere tutti i meandri di una legge complessa e nebulosa, ricca di contraddizioni.
Lasciando perdere che il RdC secondo alcuni articolisti non pare troppo diverso dal Reddito di Inclusione del precedente governo marchiato PD e quindi probabilmente non sia così innovativo rispetto a quanto progettato nel recente passato e non ancora applicato, penso che alcuni punti fermi in un dibattito però siano comunque da tracciare.

Il primo è definire se sia necessario introdurre un nuovo sistema di ammortizzatori sociali in una società in cui il lavoro è sempre più precario e flessibile. Credo che la risposa sia necessariamente positiva e che il RdC sembra andare in questa direzione, a maggior ragione se riuscirà ad aumentare le pensioni minime a un livello decoroso, e a mettere nelle mani dei disoccupati qualche euro per garantire loro una continuità di vita.

Il secondo è come verrà applicato. Qui la questione è più complicata, dato che tutt'oggi non mi sono ancora chiari i parametri economici e le procedure con cui sarà attivato e accompagnato. Personalmente trovo probabile una grande confusione e una distribuzione ingiusta del RdC. Un esempio può essere il fatto della situazione abitativa: se il RdC fosse applicato solo a individui e nuclei famigliari che non posseggono casa, sarebbero gravemente penalizzati coloro che hanno fatto sacrifici per ottenerla o peggio stanno pagando un mutuo e non un affitto, oppure quei ragazzi che vivono ancora con i propri genitori.
Altro aspetto di disparità è anche legato al differente costo della vita tra nord e sud Italia.
Infine restando anche in un aspetto geografico, si può pensare ad una enorme disparità tra posti di lavoro disponibili al nord e al sud, nonché la possibilità che sistemi malavitosi possano “gestire” in maniera organizzata la distribuzione del diritto al RdC.

Infine è necessario riflettere su un dubbio sollevato dalla lettura di un articolo che allego in seguito riguardo alla possibilità che un reddito minimo garantito possa essere un grimaldello per imporre un salario universale al ribasso. Ciò effettivamente può avvenire se insieme al RdC non verrà imposto anche un reddito minimo garantito. Del resto pare ovvio che un importante innalzamento degli stipendi sia reso necessario dall'introduzione del RdC, altrimenti ci troveremo con una grande fetta di lavoratori che avranno convenienza a farsi licenziare o accettare un licenziamento senza lotta sindacale in quanto il RdC sarebbe già comunque superiore al proprio reddito. Penso a tutti quei lavoratori che precari o a tempo parziale raramente sono in grado di percepire cifre come quelle garantite dal RdC e che nel contempo non hanno la fortuna di poter accedere a percorsi formativi dedicati ai disoccupati.
Anche in questo caso come nel fronteggiare l’eventuale intromissione di sistemi clientelari e mafiosi, sarà importante un forte controllo in quanto in molti potrebbero preferire il licenziamento e il lavoro in nero pur di racimolare qualche euro in più.

Insomma la strada mi pare positiva ma è ancora da tracciare, sopratutto con molta attenzione ai pericolosi risvolti negativi.


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