martedì 5 agosto 2014

Morgan e il giornalismo in vacanza



L’opinione è sempre confutabile. I gusti son gusti, ognuno è valido, specialmente quando si tratta di gusti  artistici o musicali, come direbbero i grillini “uno vale uno”  .
Fare giornalismo e soprattutto critica musicale è facile poiché ognuno può dir quel che vuole e difficilmente può esser smentito.
Tuttavia può e dovrebbe, esistere un minimo di qualità e magari spirito critico, almeno quando si tratta di articoli apparsi su testate ufficiali.
Mi trovo a leggere un articolo sul concerto di Morgan a Filago (BG) avvenuto in data 3 agosto a firma di un semplice R.S. in un importante giornale locale di Bergamo nell’edizione del 5 agosto.


Chiaro che non si tratta di firma pesante del giornale, così come è altrettanto chiaro che l’articolista si è quantomeno documentato/a, visto che ha saputo riconoscere pezzi come “The Chaffeur” o “We are the robots” non certo masticati dal grande pubblico. Capace anche piazzare un paio di citazioni colte dimostrando padronanza dell’argomento.
Peccato che sembra aver visto un concerto completamente diverso quel che ho visto io, oppure che quantomeno non abbia voluto infierire su un artista che, dietro a una competenza musicale apprezzabile, ha mostrato limiti ai confini della realtà.
Del resto l’autore liquida l’ottima esibizione di Federico Cimini e la sua band con un semplice “Un Rino Geatano fuori tempo massimo”, non cogliendo assolutamente che parte del panorama indipendente attuale sembra attingere fortissimamente allo stesso Rino Gaetano (Vedi Brunori SAS o le Luci della Centrale Elettrica), e volendo dire la mia ho trovato in Cimini riferimenti a un Daniele Silvestri o Samuele Bersani.

Peccato che alla sviolinata artistica su Morgan, l’articolista non osa dire che lo stesso è salito sul palco quasi incapace di cantare e suonare, trasformando il concerto in un incrocio tra una pessima jam session oratoriale o un karaoke da addio al celibato.

Un Morgan lontano parente dall’eclettico e ottimo artista che conosciamo.

Afono, si è sforzato di dare una parvenza melodica a canzoni, faticando a cogliere una nota, tanto che il tastierista Megahertz doveva sovente intervenire con la propria voce o inserti strumentali appositi per raddrizzarlo.

Poco meglio Morgan si è esibito al piano elettrico, , pestando tasti più per far scena e rumore spesso fuori tempo e fuori armonia, ha generando cacofonie peggiori delle prove di flauto durante l’ora di musica.

 Purtroppo neanche al basso (strumento in cui ho avuto modo di apprezzarlo notevolmente in altri contesti) se l’è cavata meglio, arrancando con fatica con suoni sporchi e per lo più fuori tempo. Morgan peraltro conclude il concerto con un assurdo medley incoerente di brani discomusic, improvvisando giri di basso a casaccio, con gli strumentisti a dannarsi l’anima per poter dare un significato al tutto.

Ma di questo neanche una parola nell’articolo, che si sofferma invece a parlare di un pubblico adorante, che  in realtà e ha tributato a Morgan pochi applausi, poco convinti ed essenzialmente rituali. Del resto con il passare dei minuti  il pubblico si è diradato notevolmente trattenendo i più curiosi e i pochi fedelissimi. Tant’è che solo pochi sparuti hanno chiesto il canonico bis, peraltro invano. Fortunatamente...

Una nota di merito a Megahertz e Marco Santoro ai fiati, che hanno dovuto imbastire con ingegno e disponibilità uno spettacolo privo della trama principale.                                                                            Ma tutto ciò il lettore non lo sa. Per merito di RS e dei suoi superiori.
Tutto ciò al netto del grande lavoro che gli organizzatori di feste come quelli del Filagosto per iniziative di volontariato che forse andrebbero evidenziate maggiormente.