L’opinione è sempre confutabile. I gusti son gusti, ognuno è
valido, specialmente quando si tratta di gusti
artistici o musicali, come direbbero i grillini “uno vale uno” .
Fare giornalismo e soprattutto critica musicale è facile
poiché ognuno può dir quel che vuole e difficilmente può esser smentito.
Tuttavia può e dovrebbe, esistere un minimo di qualità e
magari spirito critico, almeno quando si tratta di articoli apparsi su testate
ufficiali.
Mi trovo a leggere un articolo sul concerto di Morgan a
Filago (BG) avvenuto in data 3 agosto a firma di un semplice R.S. in un
importante giornale locale di Bergamo nell’edizione del 5 agosto.
Chiaro che non si tratta di firma pesante del giornale, così
come è altrettanto chiaro che l’articolista si è quantomeno documentato/a,
visto che ha saputo riconoscere pezzi come “The Chaffeur” o “We are the robots”
non certo masticati dal grande pubblico. Capace anche piazzare un paio di citazioni
colte dimostrando padronanza dell’argomento.
Peccato che sembra aver visto un concerto completamente diverso quel che ho visto io, oppure che quantomeno non abbia voluto infierire su un artista che, dietro a una competenza musicale apprezzabile, ha mostrato limiti ai confini della realtà.
Peccato che sembra aver visto un concerto completamente diverso quel che ho visto io, oppure che quantomeno non abbia voluto infierire su un artista che, dietro a una competenza musicale apprezzabile, ha mostrato limiti ai confini della realtà.
Del resto l’autore liquida l’ottima esibizione di Federico
Cimini e la sua band con un semplice “Un Rino Geatano fuori tempo massimo”, non
cogliendo assolutamente che parte del panorama indipendente attuale sembra
attingere fortissimamente allo stesso Rino Gaetano (Vedi Brunori SAS o le Luci
della Centrale Elettrica), e volendo dire la mia ho trovato in Cimini
riferimenti a un Daniele Silvestri o Samuele Bersani.
Peccato che alla sviolinata artistica su Morgan,
l’articolista non osa dire che lo stesso è salito sul palco quasi incapace di
cantare e suonare, trasformando il concerto in un incrocio tra una pessima jam
session oratoriale o un karaoke da addio al celibato.
Un Morgan lontano parente dall’eclettico e ottimo artista
che conosciamo.
Afono, si è sforzato di dare una parvenza melodica a
canzoni, faticando a cogliere una nota, tanto che il tastierista Megahertz
doveva sovente intervenire con la propria voce o inserti strumentali appositi
per raddrizzarlo.
Poco meglio Morgan si è esibito al piano elettrico, ,
pestando tasti più per far scena e rumore spesso fuori tempo e fuori armonia,
ha generando cacofonie peggiori delle prove di flauto durante l’ora di musica.
Purtroppo neanche al basso (strumento in cui ho avuto modo
di apprezzarlo notevolmente in altri contesti) se l’è cavata meglio, arrancando
con fatica con suoni sporchi e per lo più fuori tempo. Morgan peraltro conclude
il concerto con un assurdo medley incoerente di brani discomusic, improvvisando
giri di basso a casaccio, con gli strumentisti a dannarsi l’anima per poter
dare un significato al tutto.
Ma di questo neanche una parola nell’articolo, che si
sofferma invece a parlare di un pubblico adorante, che in realtà e ha tributato a Morgan pochi
applausi, poco convinti ed essenzialmente rituali. Del resto con il passare dei
minuti il pubblico si è diradato
notevolmente trattenendo i più curiosi e i pochi fedelissimi. Tant’è che solo
pochi sparuti hanno chiesto il canonico bis, peraltro invano. Fortunatamente...
Una nota di merito a Megahertz e Marco Santoro ai fiati, che
hanno dovuto imbastire con ingegno e disponibilità uno spettacolo privo della
trama principale. Ma tutto ciò il lettore non
lo sa. Per merito di RS e dei suoi superiori.
Tutto ciò al netto del grande lavoro che gli organizzatori di feste come quelli del Filagosto per iniziative di volontariato che forse andrebbero evidenziate maggiormente.
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