giovedì 2 febbraio 2017

I miti d'oggi: Trump, Salvini e Bello FiGo



Immagine da Morrison Hotel Gallery
Che si viva in un’epoca confusa e complicata è innegabile.  Può essere che io stia invecchiando rapidamente, ma mia accorgo anche che i miei miti oggi stanno cambiando. Se i miti immutabili anche oggi  erano i Clash, i Sex Pistols, Che Guevara, oggi mi accorgo che il mio attuale amare il controverso mi porta a stilare una top three  assolutamente inaspettata: Trump, Salvini, Bello FiGo.

Qualcuno potrà  sostenere la mia infermità mentale, ma questo trio ha l’innegabile fascino di chi riesce a farsi odiare da tutti, che nemmeno i Sex Pistol erano riusciti a ottenere. In realtà in un mondo occidentale e italiano che sguazza nel torbido da decenni, questi personaggi hanno la capacità di dire le cose come stanno senza tante ipocrisie e buonismi.

Al terzo posto, certo il minore per importanza ma che trovo geniale è lo pseudo-rapper immigrato Bello FiGo. Già il nome è un programma:  sbruffone, sfacciato, antipatico sin dal nome, canta come molti rapper fa canzoni controversi e politicamente scorrette, ma con “Io non pago affitto” è riuscito a mettere tutti d’accordo: a parte qualche svitato tutti lo odiano. Cantare di immigrati messi nel limbo, e far passare il messaggio che a tanti sta veramente bene  così, alimentando tutti i luoghi comuni più beceri ha spiazzato tutti. Da una parte si fa chiaramente odiare dai razzisti o comunque quelli che covano un grosso disagio nei confronti degli immigrati; dall’altro fa vacillare tutta quel popolo da centrosinistra, buonista che vede nell’accoglienza illimitata l’unica umana condizione possibile senza contemplarne tutte le implicazioni politiche, sociali, economiche, d’identità culturale e percezione d’insicurezza come se non fossero elementi ampliamente radicati nei cittadini.



Il primo che dovrebbe abbracciare con grande gratitudine Bello FiGo è in realtà il secondo nella mia speciale classifica: il leader leghista Matteo Salvini. Non se  se è in grado di capire la genialità del rapper, ma di sicuro questo gli sta portando più voti e consensi rispetto alle sue trovate presenzialiste. Sarebbe geniale girasse un video con lui.
Si possano condividere o no i toni usati da Salvini, ma sono comunque espressione alla pancia di molta gente comune. Populista? Si , è evidente! Ma in troppi, e mi spiace ripetere nuovamente la parola buonisti o benpensanti, fingono che il popolo un intoccabile bestia,scordandosi che i cittadini compongono il popolo e il corpo elettorale. In realtà se un populista prende voti è perché  rappresenta meglio la realtà, paure e  aspirazioni comprese. Salvini ci mette la faccia, esprime idee, scomode per la politica, di facile  presa su molti cittadini scontenti e preoccupati. Sciacalla, ne più ne meno che altri politici, fa lotta politica come una popstar. Tutto il centrosinistra lo attacca, e non piace alle destre governative, sbeffeggiato  dalla rete, che forse gli fa un piacere polarizzando i suoi elettori. Ma i suoi doposci in trasmissione sono a loro volte geniali e ad ogni modo a differenza di altri lui  si fa vedere nelle situazioni di  disagio. Sarà sciacallaggio ma si mette “a rischio” fa sentire una presenza politica che spesso si percepisce assente.


Al numero uno  però non può che esserci Donald Trump, il superpresidente outsider  e out-cast degli Stati Uniti. Dopo un mitizzato presidente nero ha sconfitto un’istituzione come la Clinton che è andata ad un soffio dall’essere la prima donna Presidente,segno che gli USA  sono  assolutamente più democratici e aperti di quando non lo si sia in Italia. Ed invece è andato lui, il magnate esibizionista famoso nel mondo con tanto di infinite comparsate in TV e film. Icona della ricchezza ostentata e controversa. Machista, razzista, omofobo, conservatore, nazionalista.  Ma dopo tanti anni ha  saputo parlar alla middle class in crisi, sollevando tematiche politicamente scorrette. Mezzo mondo gli si rivolta contro per ogni sua decisione, giusta o sbagliata, ma ha il grandissimo pregio di provare a fare quello che ha promesso in campagna elettorale. Personalmente, essendo cresciuto osservando presidenti come Regan e i due Bush, mi sembra  che Trump la normale linea di quella che nella mia iconografia è la vera America: prepotente, rude, cinica. Bill Clinton e Barak Obama, paiono quasi incidenti di percorso,  che comunque non hanno in realtà cambiato davvero il volto degli USA. Una bella tirata di vernice fresca e piacevole su  i muri americani di tutt’altra fattura. Del resto dinanzi alle criticatissime decisioni di Trump sull’immigrazione condannate da tutto il mondo, Vaticano compreso,  basta fare alcune ricerche per scoprire che tutto sommato le sue posizioni non sono molto differenti da quelle adottate dai suoi predecessori. 
Un esempio? Guardando in wikipedia si scopre rapidamente come il famigerato muro sulla frontiera col Messico esiste già, promosso senza grandi rumori dai due Bush e forse non troppo sorprendentemente supportato sia da Barack Obama sia da Hillary Clinton quando senatori al Congresso. La memoria è corta. Lo sguardo si ferma in superficie. 


Link:
Un interessante intervista a Bello FiGo: da il giornale di Brescia
I cameo di Trump: youtube