Immagine da Morrison Hotel Gallery |
Che si viva in un’epoca confusa e complicata è
innegabile. Può essere che io stia
invecchiando rapidamente, ma mia accorgo anche che i miei miti oggi stanno
cambiando. Se i miti immutabili anche oggi erano i Clash, i Sex Pistols, Che Guevara,
oggi mi accorgo che il mio attuale amare il controverso mi porta a stilare una
top three assolutamente inaspettata:
Trump, Salvini, Bello FiGo.
Qualcuno potrà
sostenere la mia infermità mentale, ma questo trio ha l’innegabile
fascino di chi riesce a farsi odiare da tutti, che nemmeno i Sex Pistol erano
riusciti a ottenere. In realtà in un mondo occidentale e italiano che sguazza
nel torbido da decenni, questi personaggi hanno la capacità di dire le cose
come stanno senza tante ipocrisie e buonismi.
Al terzo posto, certo il minore per importanza ma che trovo geniale è lo pseudo-rapper
immigrato Bello FiGo. Già il nome è un programma: sbruffone, sfacciato, antipatico sin dal nome,
canta come molti rapper fa canzoni controversi e politicamente scorrette, ma
con “Io non pago affitto” è riuscito a mettere tutti d’accordo: a parte qualche
svitato tutti lo odiano. Cantare di immigrati messi nel limbo, e far passare il
messaggio che a tanti sta veramente bene
così, alimentando tutti i luoghi comuni più beceri ha spiazzato tutti. Da
una parte si fa chiaramente odiare dai razzisti o comunque quelli che covano un
grosso disagio nei confronti degli immigrati; dall’altro fa vacillare tutta quel
popolo da centrosinistra, buonista che vede nell’accoglienza illimitata l’unica
umana condizione possibile senza contemplarne tutte le implicazioni politiche,
sociali, economiche, d’identità culturale e percezione d’insicurezza come se
non fossero elementi ampliamente radicati nei cittadini.
Il primo che dovrebbe abbracciare con grande gratitudine
Bello FiGo è in realtà il secondo nella mia speciale classifica: il leader leghista
Matteo Salvini. Non se se è in grado di capire
la genialità del rapper, ma di sicuro questo gli sta portando più voti e
consensi rispetto alle sue trovate presenzialiste. Sarebbe geniale girasse un
video con lui.
Si possano condividere o no i toni usati da Salvini, ma sono
comunque espressione alla pancia di molta gente comune. Populista? Si , è evidente!
Ma in troppi, e mi spiace ripetere nuovamente la parola buonisti o benpensanti,
fingono che il popolo un intoccabile bestia,scordandosi che i cittadini
compongono il popolo e il corpo elettorale. In realtà se un populista prende
voti è perché rappresenta meglio la
realtà, paure e aspirazioni comprese.
Salvini ci mette la faccia, esprime idee, scomode per la politica, di
facile presa su molti cittadini scontenti
e preoccupati. Sciacalla, ne più ne meno che altri politici, fa lotta politica
come una popstar. Tutto il centrosinistra lo attacca, e non piace alle destre
governative, sbeffeggiato dalla rete,
che forse gli fa un piacere polarizzando i suoi elettori. Ma i suoi doposci in
trasmissione sono a loro volte geniali e ad ogni modo a differenza di altri
lui si fa vedere nelle situazioni
di disagio. Sarà sciacallaggio ma si mette
“a rischio” fa sentire una presenza politica che spesso si percepisce assente.
Al numero uno però
non può che esserci Donald Trump, il superpresidente outsider e out-cast degli Stati Uniti. Dopo un mitizzato
presidente nero ha sconfitto un’istituzione come la Clinton che è andata ad un
soffio dall’essere la prima donna Presidente,segno che gli USA sono
assolutamente più democratici e aperti di quando non lo si sia in Italia.
Ed invece è andato lui, il magnate esibizionista famoso nel mondo con tanto di infinite
comparsate in TV e film. Icona della ricchezza ostentata e controversa. Machista,
razzista, omofobo, conservatore, nazionalista. Ma dopo tanti anni ha saputo parlar alla middle class in crisi,
sollevando tematiche politicamente scorrette. Mezzo mondo gli si rivolta contro
per ogni sua decisione, giusta o sbagliata, ma ha il grandissimo pregio di
provare a fare quello che ha promesso in campagna elettorale. Personalmente,
essendo cresciuto osservando presidenti come Regan e i due Bush, mi sembra che Trump la normale linea di quella che
nella mia iconografia è la vera America: prepotente, rude, cinica. Bill Clinton
e Barak Obama, paiono quasi incidenti di percorso, che comunque non hanno in realtà cambiato
davvero il volto degli USA. Una bella tirata di vernice fresca e piacevole
su i muri americani di tutt’altra
fattura. Del resto dinanzi alle criticatissime decisioni di Trump sull’immigrazione
condannate da tutto il mondo, Vaticano compreso, basta fare alcune ricerche per scoprire che tutto
sommato le sue posizioni non sono molto differenti da quelle adottate dai suoi
predecessori.
Un esempio? Guardando in wikipedia
si scopre rapidamente come il famigerato muro sulla frontiera col Messico
esiste già, promosso senza grandi rumori dai due Bush e forse non troppo
sorprendentemente supportato sia da Barack Obama sia da Hillary Clinton quando
senatori al Congresso. La memoria è corta. Lo sguardo si ferma in superficie.
Link:
Un interessante intervista a Bello FiGo: da il giornale di Brescia
I cameo di Trump: youtube
Nessun commento:
Posta un commento