La prima , una coppia di uomini gay
vince una causa con lo Stato italiano affinché li riconosca entrambi
genitori di una coppia di gemelli avuti tramite procreazione
assistita (in questo caso maternità surrogata avvenuta all’estro).
Viene così abbattuta una regola fondamentale: un uomo nasce da un
padre e una madre, ma visto che oggi si può procreare in molti modi,
è possibile che gli venga negata la figura materna affidando una
doppia genitoriale a due padri.
Per quanto possa comprendere la
necessità di uniformarsi alle leggi di altri paesi, personalmente
trovo inaccettabile l’egoismo di una coppia gay che sceglie negare
al proprio figlio la madre (o in caso differente il padre, ma ritengo
la figura materna come più importante nello sviluppo di un essere
umano). Provo pena per il bambino e biasimo per coloro che lo
manipolano come un bene commerciale di lusso.
Ma trovo addirittura
delirante parte delle motivazioni date dai giudici, che valutano
“l’assoluta indifferenza delle tecniche di procreazione cui si
sia fatto ricorso all’estero, rispetto al diritto del minore al
riconoscimento dello status filiationis nei confronti di
entrambi i genitori che lo abbiano portato al mondo, nell’ambito di
un progetto di genitorialità condivisa”. Praticamente
i giudici attribuiscono una genitorialità legale e non biologica che trascende il concetto umanitario di adozione.
La strada intrapresa la trovo molto pericolosa. Portandola alel estreme conseguenze, non trovo iol motivo per cui unafamiglia debba prevedere due soli genitori, e un domani potremmo arrivare avere figli di Spa o cooperative.
Se questa è la direzione allora non
può più far scandalo la mercificazione e la vendita dei bambini
(cos’è una maternità surrogata se non questo?), donne che vendono
il loro grembo per professione.
E qui veniamo alla seconda notizia: “la
polizia dello Stato indiano di Telangana ha arrestato il direttore di
un ospedale privato per aver contribuito alla vendita di una neonata
una coppia senza figli. Tuttavia se i figli sono oramai trattati come merce nel mercato delle
adozioni, con uteri in affitto, tutto ciò domani potrebbe non rappresentare nemmeno più un problemaetico.
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