Si sta parlando molto di Reddito di
Cittadinanza. Molti ne parlano a sproposito, io probabilmente per
primo non ho certo al pretesa di comprendere tutti i meandri di una
legge complessa e nebulosa, ricca di contraddizioni.
Lasciando perdere che il RdC secondo
alcuni articolisti non pare troppo diverso dal Reddito di Inclusione
del precedente governo marchiato PD e quindi probabilmente non sia
così innovativo rispetto a quanto progettato nel recente passato e
non ancora applicato, penso che alcuni punti fermi in un dibattito
però siano comunque da tracciare.
Il primo è definire se sia necessario
introdurre un nuovo sistema di ammortizzatori sociali in una società
in cui il lavoro è sempre più precario e flessibile. Credo che la
risposa sia necessariamente positiva e che il RdC sembra andare in
questa direzione, a maggior ragione se riuscirà ad aumentare le
pensioni minime a un livello decoroso, e a mettere nelle mani dei
disoccupati qualche euro per garantire loro una continuità di vita.
Il secondo è come verrà applicato.
Qui la questione è più complicata, dato che tutt'oggi non mi sono
ancora chiari i parametri economici e le procedure con cui sarà
attivato e accompagnato. Personalmente trovo probabile una grande
confusione e una distribuzione ingiusta del RdC. Un esempio può
essere il fatto della situazione abitativa: se il RdC fosse applicato
solo a individui e nuclei famigliari che non posseggono casa,
sarebbero gravemente penalizzati coloro che hanno fatto sacrifici per
ottenerla o peggio stanno pagando un mutuo e non un affitto, oppure
quei ragazzi che vivono ancora con i propri genitori.
Altro aspetto di disparità è anche
legato al differente costo della vita tra nord e sud Italia.
Infine restando anche in un aspetto
geografico, si può pensare ad una enorme disparità tra posti di
lavoro disponibili al nord e al sud, nonché la possibilità che
sistemi malavitosi possano “gestire” in maniera organizzata la
distribuzione del diritto al RdC.
Infine è necessario riflettere su un
dubbio sollevato dalla lettura di un articolo che allego in seguito
riguardo alla possibilità che un reddito minimo garantito possa
essere un grimaldello per imporre un salario universale al ribasso.
Ciò effettivamente può avvenire se insieme al RdC non verrà
imposto anche un reddito minimo garantito. Del resto pare ovvio che
un importante innalzamento degli stipendi sia reso necessario
dall'introduzione del RdC, altrimenti ci troveremo con una grande
fetta di lavoratori che avranno convenienza a farsi licenziare o
accettare un licenziamento senza lotta sindacale in quanto il RdC
sarebbe già comunque superiore al proprio reddito. Penso a tutti
quei lavoratori che precari o a tempo parziale raramente sono in
grado di percepire cifre come quelle garantite dal RdC e che nel
contempo non hanno la fortuna di poter accedere a percorsi formativi
dedicati ai disoccupati.
Anche in questo caso come nel
fronteggiare l’eventuale intromissione di sistemi clientelari e
mafiosi, sarà importante un forte controllo in quanto in molti
potrebbero preferire il licenziamento e il lavoro in nero pur di
racimolare qualche euro in più.
Insomma la strada mi pare positiva ma è
ancora da tracciare, sopratutto con molta attenzione ai pericolosi
risvolti negativi.
Alcuni link sull'argomento:
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