Memore delle mie passeggiate
giornalistiche dei tempi d'oro, alcune vie di Curno, paese in cui
abito da otto anni, soffermandomi su alcuni aspetti che trovo curiosi
o ironici, non senza un velo di critica.
Occorre premettere che a Curno, come in genere in molti paesi
e città delle nostre parti, i padroni di cani non brillano per
civiltà e nella mia passeggiata ho trovato, senza fotografare per
decenza, innumerevoli reperti fecali canini.
Vietare il passaggio in
un giardino completamente spoglio, o sotto un porticato che tra
l'altro consente l'accesso ad attività commerciali, è alquanto
bizzarro.
La passeggiata procede con simpatiche e folkloristiche lenzuola colorate appese ai balconi, da tradizione mediterranea, da paese quantomeno, seguite da un timido reperto natalizio.
Il mio cammino mi porta alle spalle del
campo sportivo e qui la mia curiosità si sposta al vizio di dover
creare barriere e ostacoli visivi ai campi, per salvaguardare il
biglietto per qualche società sportiva, solitamente dilettantistica.
Non fa eccezione il campo di Curno, che alterna siepe a una
bruttissima rete da giardino.
Lo stesso passaggio pedonale vede nel
frattempo simpatici cestini smontati e dog-toilet senza
sacchettini... (elegante dettaglio il mio riflesso nella foto...).
Incrociando via Lega Lombarda, il
panorama si fa desolante, la foto richiama quel triste confine, che
come un invisibile muro di Belino, divide senza pietà la ridente e
umana località residenziale dall'inumano deserto industriale e
commerciale.
Proseguendo verso via Curnasco, ecco un
ulteriore segno del confine tra paese e terra desolata con il bel
percorso pedonale che si disgrega scomparendo nell'irrisolto nulla
costruttivo e progettuale entrando in contatto con l'ultima area
realmente rurale della zona che è il vivaio regionale la fattoria in
miniatura che vi sta di fronte.
Di questa ho osservato divertito come
lungo il passaggio pedonale esista un piccolo recinto esterno sempre
evidenziato da carte e plastiche sgargianti.
Nondimeno la zona è ricca di dettagli
curiosi dal panettone stradale posto a fianco di un sentiero che
taglia una siepe (tra l'altro collocata in maniera assolutamente estemporanea da chissà chi) , al nuovo filo di siepi messi a recintare l'area a
prato del vivaio regionale, quasi a promettere che anche quell'unica
zona verde debba essere preclusa agli occhi dei residenti.
Proseguendo torniamo a Curno nuovamente paese, con altri panni
stesi, tanto più discreti quanto più estesi, ma anche un curioso
appezzamento verde abbandonato, lungo via Pertini, una piccola terra
di nessuno su una via vitale dove ogni altro metro di strada è
occupato.
Alle prossime puntate (forse)