Nuovo Referendum e mi trovo nuovamente
nell’imbarazzo di un “popolo sociale” che non sa svincolarsi
da preconcetti ideologici e posizioni acritiche di parte.
Il 22 ottobre è difatti in scena il
“Referendum per l’autonomia della Lombardia” mentre un simile
Referendum avviene anche in Veneto.
Due quesiti differenti che puntano ad
un medesimo risultato, ossia quello di dare mandato ai Governatori di
far applicare l’articolo 116 della Costituzione Italiana che
prevede la possibilità di ampliare l’autonomia regionale rispetto
all’attuale ordinamento delle Regioni. Una direzione in senso
federalista simile allo statuto statuto speciale di cui godono
regioni come Sicilia e Sardegna, che principalmente consentirebbe
maggiore autonomia fiscale.
Un Referendum consultivo, che molti
nell’area di sinistra qualificano come “spreco di soldi a fini
elettorali” accompagnando la decisione di non recarsi alle urne. A
sostegno della loro tesi occorre dire che si tratta di un Referendum
puramente consultivo che quindi non modifica lo stato delle cose, ma
semplicemente rafforza le posizioni di coloro che andranno a trattare
con lo Stato Italiano le condizioni per ottenere maggiore autonomia
regionale.
D’altro canto il Referendum ha un
preciso mandante politico, ossia quella Lega Nord che da sempre ha
fatto del federalismo e dell’autonomia la sua bandiera ed è
attualmente al comando della Regione Lombardia con Roberto Maroni.
Curioso come il federalismo fosse più
o meno presente nei programmi di governo di quasi tutte le
principali forze politiche e quindi pare curioso come tale Referendum
venga vagliato e contestato da nessuna parte non per il suo
contenuto, bensì esclusivamente sull’opportunità di recarsi alle
urne rafforzando la proposta della Lega.
Insomma un’altra volta un Referendum,
anche laddove avrebbe potuto essere in plebiscito di consensi,
diviene spunto per battaglia politica ed ideologica. Il centro del
contendere è la supposta inutilità dello stesso e quindi dei costi
che ne derivano. In particolare in questo caso sarà sperimentato il
voto elettronico mediante l’uso di ventiquattromila tablet,
sicuramente un’innovazione importante che può essere un progetto
pilota per l’Italia, ma che costerà alle casse regionali 23
milioni di euro.
Purtroppo di riflesso ad essere
delegittimata è di fatto l’istituzione del Referendum per la quale
non c’è occasione almeno una formazione politica invita a
boicottarla con l’astensione come recentemente avvenuto anche per
il referendum sulle “trivelle”. A colpi di astensione i partiti
stanno macellando anche l'ultimo vero spazio di democrazia esistente
in Italia.
Spunti e approfondimenti sul Referentum per l'Autonomia della Lombardia a questi link:
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