
Credo che sulla presenza di Altaforte al salone del libro si
stia facendo una gran confusione. Ed una pessima figura da parte delle forze antifasciste.
Al giorno d’oggi parlare di fascismo è difficile forse più
di quando ero bambino io, quando la dicotomia tra rossi e neri era
assolutamente radicata; troppo fresche le ferite di una dittatura e di una
dolorosa guerra civile.
Oggi per molti fascismo, socialismo, comunismo e
antifascismo sono cose vecchie, credo quasi incomprensibili per i giovani, che
al massimo possono ispirarsi a simboli e iconografie che sono sentiti veramente
solo da vecchi nostalgici.
Eppure, sorprendentemente sono più vivi che mai gruppi e
persone che si dichiarano fascisti, e con essi tutta una produzione culturale
che li accompagna.
D’altro canto, sono veramente pochi i nostalgici della falce
e martello, ed anzi il maggior partito che storicamente portava alto questo
simbolo, ha annacquato le sue radici con l’acqua santa democristiana,
ispirandosi a un vago progressismo borghese americano.
A tenere vivo un concetto di sinistra oggi sembra forse
essere solo l’antifascismo, e dietro questo spauracchio la sinistra cerca di
unire ciò che è oggi ridotto in brandelli.
Ecco che forse qui sta la ragione di una polemica ridicola e
sterile nei confronti del Salone del Libro di Torino, che ospita tra i tanti
editori anche Altaforte, che ne più ne meno di tante case editrici indipendenti
porta al pubblico una lettura della realtà “alternativa” alla cultura
mainstream. Ossia una casa editrice eroica, non fosse che l’amministratore
unico Francesco Polacchi si è dichiarato apertamente fascista e membro della
formazione politica neofascista Casapound con dichiarazioni di questo tipo: “Sì
sono fascista. Mussolini il miglior statista italiano, Lo dico senza problemi”.
Dalle parole ai fatti, Polacchi risulta protagonista di numerose azioni
violente e aggressioni di stampo fascista nell'arco di tutta la sua vita.
La risposta degli intellettuali e dei politici di sinistra è
stata ampiamente prevedibile: boicottaggio del ‘Salone’ con un “O loro o noi”.
Premetto che da giornalista sono a favore della libertà di
stampa e di espressione facendo mio il motto "Disapprovo quello che dici,
ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo”. Quindi ritengo che sia
sempre necessario ascoltare tutte le voci (anche quelle sgradevoli e sgradite)
per leggere la realtà.

Decine di voci che s’alzano comprensibilmente contro
Altaforte e Polaccchi, e i conseguenti titoli sui giornali, hanno avuto l’effetto
di spingermi a capire cosa sia questa
realtà, ed infine, a scriverne in questo articolo. L’indignazione di sinistra,
ha sicuramente fatto per Altaforte tanta pubblicità quanta mai questa casa
editrice controversa avrebbe mai potuto permettersi o sognarsi, facendola
uscire dall'ambiente underground.
Chiaramente notevole è anche la pubblicità fatta al libro intervista
a Matteo Salvini, libro pubblicato da Altaforte ma ben presente sugli scaffali
delle librerie.
Insomma, la sinistra farebbe meglio ad ignorare piuttosto che indignarsi. Ignorare ma agire, magari con una bella tirata alla giacchetta di qualche magistrato. Se Casapound è fascista va fatta definitivamente chiudere. Chi si dichiara fascista va punito o fatto ragionare. Chi è violento, con l’aggravante fascista, va arrestato, e rieducato. Il Fascismo è bandito dalla Costituzione: facciamola funzionare.
E lasciamo invece agli intellettuali il confronto che
dovrebbe essere il loro mestiere, per dimostrare senza paura quali siano i
valori più importanti e indissolubili della nostra società.
Fonti e riferimenti bibliografici per approfondimenti
Nessun commento:
Posta un commento